Ho sempre pensato che le belle storie non esistessero, o meglio, ho pensato che esistessero ma solo dietro compromesso, perché insomma, chi è felice davvero? Nessuno, ve lo dico io.
Possiamo provare però, ad essere felici in piccole dosi, per poter raccontare le nostre “belle storie”.
Succede che una mattina ti svegli, hai 17 anni e fuori piove.
Piove perché è novembre, piove, come ogni giorno su quel palazzo grigio scuro che hai sempre sognato di lasciare, almeno per un po’ di tempo.
Hai un’idea bella precisa in testa, totalmente a fuoco e speri che qualcuno riesca a vederla nitida come te.
Non ti aspetti nulla eppure mentre fuori piove sei davanti a milioni di persone e stai cantando quella maledetta canzone che, chissà quante volte hai modificato, il testo, la musica, ma comunque tu la fai uscire dal quel palazzo e “wow” nel giro di 2 minuti , nemmeno il tempo di capire dove hai i piedi, sei dentro la scuola dell’arte più famosa d’Italia.
È strano e particolare il modo in cui in quel preciso istante, quell’idea che pensavi tutti vedessero sfocata tranne te, ha iniziato a vedersi un minimo più nitida, un po’ come una nuvoletta che tutti noi conosciamo bene, ma questo è solo l’inizio.
L’inizio di un viaggio, dove sei partito da solo, con un microfono e un cappello, sei salito sul treno dei sogni e ci hai aperto le porte.
Inizialmente siamo entrati tutti, in massa, quasi non ci entrava più nessuno per quanti eravamo, ma dopo lo sappiamo, c’è chi cavalca l’onda, chi magari cambia idea,sacrosanto, e chi invece rimane sul treno, fermo sul suo posto a guardare, a cercare di vedere l’immagine dell tua idea nitida come la vedi tu.
Succede che il treno da strapieno si svuota un po’, come è normale che sia.
Succede che una volta arrivati al grande pubblico del sabato sera, citando la Prof.ssa Lorella Cuccarini , ci sia una totale rivolta anche su una semplice smorfia, che viene interpretata male, ecco in realtà non voglio parlare di questo, non c’è ne tempo ne voglia, voglio citare in questo momento il Gran Duca di Vicenza: “ LA VENDETTA NON È SCENDERE ALLO STESSO LIVELLO DI CATTIVERIA, MA ARRIVARE TALMENTE IN ALTO DOVE CERTE COSE NON TI TOCCANO PIÙ “
Ora siamo belli in alto, stiamo arrivando tutti alla stazione per scendere dal treno e salire sull’aereo.
Ci saliamo con un paio di certificazioni, complimenti da parte dei grandi della musica italiana, consapevoli che il bello deve ancora venire.
Si può uscire dal palazzo grigio.
Questa per me, è una “bella storia”.